Mostre

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2019 – Mostra presso Museo Leonardo da Vinci, Roma Via della Conciliazione, 19

Visioni tra Passato e Futuro realizza per la mostra un opera “Il Viaggio nel tempo, la visione di Leonardo da Vinci che ha immaginato il Futuro” che rimarrà nella collezione privata del museo.

2019 – I suoi racconti vengono pubblicati sulla rubrica settimanale “La piega del tempo” dal titolo di un suo libro, su Affari Italiani.it.

2017 – Mostra personale “Percorsi” dal 02 maggio al 30 settembre – Sede Banca Generali – Roma

Via Bissolati, 76. Alcune delle Opere in permanenza presso “SALA CELIO”

2017 – Mostra personale “Percorsi La Palingenesi” – Sede Banca Generali – Roma –

Via Bissolati, 76 . Alcune delle Opere in permanenza presso “SALA CELI

2017 – Mostra personale “ Archetipi” – Museo Macro Factory di ROMA maggio

2014 – Mostra personale: “My Soul” – “Gallera Interland” Ronciglione (VT) col patrocinio del Ministero dei Beni culturali, Regione Lazio, Comune di Ronciglione, Provincia di Viterbo

Periodo: 05- 09 di dicembre

2013 – Soul PhotoDigiPainting Art  di Adriana Soares

Periodo: 5/ 11 al 08/ – 12 2013

Luogo: Roma, Zen Sushi Restaurant – Via degli Scipioni, 243

2013 – Soul PhotoDigiPainting Art  di Adriana Soares col patrocinio del Ministero dei Beni culturali, Regione Lazio, Comune di Ronciglione, Provincia di Viterbo

Periodo: 06- 08  di dicembre

Luogo: Cantina delle Maestranze-Via Roma, 60

2010 – “Sguardi, Sorrisi, Volti…Donne” – Roma, Italia, presso Sala Umberto.

Col Patrocinio del Comune di Roma e Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione.

2010 – “Et Ainsi un soir” – Viaggio attraverso la transessualità e la sua Arte” – Capalbio, Toscana.

Capalbio Art – Cinema e altro…

“L’Art Factory NITAM” dal 22 al 28 luglio (Les Nomades Italiens du Théâtre, des Arts et des Métiers)

nella sua attività da sempre camaleontica inaugura qui a Capalbio il primo passo del – progetto “… ET AINSI UN SOIR …” –

2008 – ” b-Maniac (Strecht Couture)” – Tokyo, Giappone: Personale

Presso Black Dahlia Event – attorno alla gigantesca Mori Tower di Roppongi Hills e alla sua strana statua-ragno, si snodano una serie di passaggi, scale, piazze, locali e centri commerciali, ed e’ all’interno del West Walk di questo complesso che troviamo il Citrus Notes, nella cui vetrina spiccano le graffianti immagini della fotografa Adriana Soares, Brasiliana di nascita ed Italiana d’adozione.

Collettive:

 2018:

JAPAN – “Tokyo Midtown Design Touch – VOGUE JAPAN + MAZDA – dal 19 ottobre al 4 novembre

Undici fotografi in esposizione scelti da tutto il mondo

2015:

Rio De Janeiro(Brasile) – Galleria Tartaglia – Rua Francisco de Sà dal 01 dicembre al 06 gennaio 2015

5°Premio d’Arte Internazionale “Città di Corchiano”  vince per la seconda volta il 1° Premio e la sua opera: “Geometrie Riflesse” rimarrà esposta in permanenza alla Pinacoteca del Comune di Corchiano nel Viterbese.

2014:

Premio Art Paris 2014 – una delle 18 migliori ed uniche opere presentate e premiate a Parigi

La 1ª Biennale della Creatività Verona

La direzione critica è affidata Paolo Levi, quella artistica a Sandro Serradifalco. Catalogo Mostra

” PREMIO EXPO BOLOGNA 2014″

Bologna – Nella prestigiosa Galleria Wikiarte in Via San Felice 18, in concomitanza con Arte Fiera Bologna – dal 4 al 23 gennaio 2014. La mostra sarà presentata dal Critico d’Arte Dott.Giorgio Grasso. Con Catalogo della mostra.

Arte Genova Fiere 2014 X Mostra Mercato di Arte Contemporanea

QueeenArtStudio presenta ad Arte Genova Fiere 2014 X Mostra Mercato di Arte Contemporanea, la conferenza del Critico e Storico dell’Arte Giorgio Grasso ‘La Seduzione dell’Arte ‘ prevista per il 15 febbraio alle ore 17. Cura di Maria Grazia Todaro, Queen Art Studio.
Catalogo Mostra

Napoli: L’Accademia dei Partenopei organizza, con il patrocino morale dell’ Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanili (OCPG) dell’ Università di Salerno, dal 22 Febbraio all’ 1 Marzo 2014 presso la centralissima Galleria La Goccia, a Napoli all’ interno della Galleria Principe di Napoli, una manifestazione di Arti Visive che avrà per titolo “liberaMENTE”.

Palermo: Museo “G. Sciortino” Monreale – Sala Consiliare del Comune di Monreale (dal 01 al 31 marzo 2014) e Premio: Il Tempio Catalogo Mostra

Mosca( Russia): Photo Art Festival Mosca – VIII edizione, presso il Centro per l’arte contemporanea M’Ars.

a cura di Loreta Larkina, Art Studio santa Teresa.

VIII° edizione di ART FESTIVAL MOSCA 2014

è rivolta ad ARTISTI ITALIANI interessati a promuovere il proprio lavoro in una prospettiva di crescita professionale e di mercato. Catalogo Mostra.

Amburgo: due mostre denominate ARTISTIC CONFESSIONS (selezione ambito figurativo dal 12 Aprile al 8 Maggio 2014) e MENTAL ADVENTURES (selezione ambito informale/astratto dal 10 Maggio al 5 Giugno 2014) che si svilupperanno presso lo spazio espositivo  Elbschloss Residenz situata nel Centro Storico della Città di AMBURGO.

Introduzione di Sandro GAZZOLA – critico e storico d’arte

Catalogo mostra…

New York: BUSHWICK 2014

@ Morgan District Brooklyn, NY 11206

 Mai 30th  – June 1st 2014

Title of the contest: Understanding Media: The Extensions of Human Being

The International competition CALL FOR BUSHWICK 2014, Understanding Media: The Extensions of Human Being wishes to present a group art show that can demonstrate and emphasize the social and artistic dynamics of the present day, that can depict contemporary humanity, its thinking and its non-soul.

Roma Esposizione Triennale di arti Visive a Roma 2014, in mostra presso: La Sapienza.

 Evento organizzato e promosso da La Rosa dei Venti, svolto sotto la direzione Artistica del Prof. Daniele Radini Tedeschi e 
inaugurato dal Prof.Achille Bonito Oliva. Catalogo Giorgio Mondadori

Treviso – QUARTA RASSEGNA DI ARTE CONTEMPORANE 21 – 28 giugno

Casa dei Carraresi -Treviso. A cura di /Daniel Buso – ARTIKA EVENTI

Con il patrocinio di FONDAZIONE CASSAMARCA, REGIONE VENETO, PROVINCIA DI TREVISO,CITTA’ DI TREVISO, ASSOCIAZIONE MELOGRANO Catalogo mostra

Genova – Palazzo Stella – Satura Arte

a cura: Mario Napoli, catalogo mostra

Spoleto – Chiostro di San Nicolò 26-29 settembre 2014 – musica di Rossini, catalogo Mondatori

Roma – Museo san Salvatore in Lauro – Mostra Premio Roberto Cavanna 2014- “Natura Donna”

 2013

Inside

Periodo: 09- 15 dicembre 2013

Luogo: Londra, MostraInternazionale d’Arte Contemporanea, Royal Opera ArcadeGalleryLondra – Pall Mall Street, Sw1y 4U Y  Regno Unito, curatrice: Rosi Raneri

Confronti- Astrattismo Realismo

Periodo: 5- 19 novembre 2013

Luogo: Firenze, ArtExpertise

curatrice: Dott. Marina La Volpe

3° Premio d’Arte Internazionale “Città di Corchiano”

“Vinto 1° Premio”con l’opera: “Le Margherite rosa”

15 dicembre 2013 – 6 gennaio 2014

curatore: Claudio Giulianelli (patrocinio del comune di Corchiano)

L’opera rimarrà nella collezione privata del museo.

Orbetello, Toscana: “Guzman Contemporanea”

Prima Rassegna Internazionale d’Arte Contemporanea

presso lo storico edificio della Polveriera Guzman,

in Via Mura di Levante n. 1, sede del Museo Archeologico cittadino.

dal 14 dicembre 2013 al 7 gennaio 2014 ,

a cura di Alessandra Barberini

Patrocini del Comune di Orbetello, Provincia di Grosseto e Regione Toscana.

Premio

 La Valentina – Cosenza

“La Valentina” – Presso “ Moda Movie” 2013

Assegnato a personaggi che si sono distinti per originalità nel mondo della moda

3° Premio d’Arte Internazionale “Città di Corchiano”

“Vinto 1° Premio” per l’opera: “Le Margherite Rosa”

15 dicembre 2013 – 6 gennaio 2014

curatore: Claudio Giulianelli (patrocinio del comune di Corchiano

2014 – Mostra e Premio di fotografia Roberto Cavanna, Museo San Slvatore in Lauro Roma

Premio “Art Paris 2014”

 Parigi – Presso: Le Coupe Gorge, quartiere Louvre Chateleta Parigi il 13 gennaio

Palermo: Museo “G. Sciortino” Monreale – Sala Consiliare del Comune di Monreale (dal 01 al 31 marzo 2014) e Premio: Il Tempio Catalogo Mostra

Grecia “Premio Hellas” 2014

Patrocinato: 
dal Comune di Salonicco e della Decentrata Amministrazione di Macedonia – Tracia.

Roma “Premio alla carriera” 2014

Arte H Europa Etica e Spoleto Festival Art 2014“- curatrice dott.ssa Alessandra Lupo.

“5° Premio d’Arte Internazionale “Città di Corchiano” 2015

“Vinto 1° Premio” per l’opera: “GEOMETRIE RIFLESSE”

curatore: Claudio Giulianelli (patrocinio del comune di Corchiano)

Cover libri:

“Caffè Corretto”

di Nicola Paparusso

ediz.Grauseditore

“Grazie dei Fiori”

Sottotitolo: Piccola guida floreale alla felicità quotidiana
Curatori: Cesare Biasini, Chiara Giallonardo, Marina Loi.

ediz. Mondadori

“Francesco Baccini. Ti presento un pò di questa vita”

di Marzio Angiolani
e Andrea Podestà

ediz. Zona

“Giada”

di Antonio de Cristofaro

ediz. David and Mathaus

“Il sangue rosa. La strage delle donne”

di Francesca Porco. Pellegrini Editore

Dedicato a Fabiana Luzzi “Il sangue rosa” è il sangue di donne innocenti impietosamente versato per colmare il vuoto di quegli uomini incapaci di accettare un rifiuto. Uomini incapaci d’amare.

La copertina raffigura le “Margherite rosa”, una splendida opera realizzata dall’artista della fotografia Adriana Soares

 

Parte Rassegna Stampa:

 

2018 – Italia Informa, Il corpo, spazio progettuale in continuo mutamento, intervista

2017 – Caffè dal mondo, Rai 1: Le bellezze turistiche del Brasile

2017 – Klassik Magazine, Spagna, Cover story e intervista

2016 Rai Italia, puntata 75 | community sul Brasile

2016 – Lens Magazine di Israele, fine Arta Photography Magazine, Cover story e intervista

2015 FNM Magazine . Cover story e intervista

2014 – ARTiculAction Art Review, UK Cover story e intervista

2014 – Bogamia Art & Fashion digital magazine, USA Cover story e intervista

2013 – Gazzetta Italo Polacca – Intervista

2011 – Il Dolce e l’amaro , Rai 1 condotto da Vira Carbone: La storia di Adriana Soares

2003 2012 – Italia sul2, Rai 2: “Ti piace come sei?”, “Successo: Fortuna o capacità”, “Linguaggio del corpo” ecc, come opinionista fissa

2001 – Uno Mattina, Rai1 condotto da Paola Saluzzi: speciale vite a confronto: Benedetta Barzini e Adriana Soares. Storie di Donne.

“Il sangue rosa. La strage delle donne”

di Francesca Porco

Pellegrini Editore

Dedicato a Fabiana Luzzi “Il sangue rosa” è il sangue di donne innocenti impietosamente versato per colmare il vuoto di quegli uomini incapaci di accettare un rifiuto. Uomini incapaci d’amare.

La copertina raffigura le “Margherite rosa”, una splendida opera realizzata dall’artista della fotografia Adriana Soares

 

 

 

 

“Pillole di Bon Ton su aOb mAgazine”

Sono felice di annunciarvi che, dalla prossima settimana, riprenderò la mia rubrica sul Bon Ton su AOB Magazine.

 

Pillole di Bon Ton:

un ospitale oasi di gentilezza e di buone maniere.

 

Questa volta l’appuntamento sarà settimanale!
Con l’occasione, sono lieta di condividere con voi la mia intervista, sempre pubblicata su AOB Magazine, dove si rende noto questo appuntamento settimanale sul Bon Ton.

 

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http://www.aobmagazine.it/2018/07/05/adriana-soares-la-chiave-del-successo-lo-stile-naturalezza-spontaneita-ed-equilibrio-appuntamento-settimanale-aob-magazine/

 

Ringrazio AOB Magazine ed a Enzo Cirillo per quest’occasione, per me davvero molto gradita e, lo spero, anche per voi!

 

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“Pillole di Bon Ton:

un ospitale oasi di gentilezza e di buone maniere.”

Una semplice riflessione…

Una semplice riflessione…

IMG_7786La mia vita è composta da tessere di un mosaico disvelato in parte e in parte nascosto, apparentemente proiettivo, fatto di sfumature, di episodi anche divertenti, molte volte dolorosi, di atteggiamenti inconsueti, o a volte molto comuni che restituiscono la misura di una persona normale… avvezza all’esplorazione dell’intimo sentimento e a volte all’interesse per gli auto inganni. Magari inconsapevoli, ma comunque utili alla costruzione di una personalità apparentemente semplice, in realtà complessa, che è quella che sono.

Pochi sono degli eroi, quelli che sopravvivono anche dopo aver svoltato l’angolo, sia pure con dolore o distacco. Ecco la mia vita.

Non ho un atteggiamento passivo di disponibilità verso la vita, anzi è combattivo a volte ironico. Non mi arrendo neanche al destino, combatto l’umiliazione che ne produce dopo un’apparente sconfitta.

Non sono mai in ritardo se non per cause di forza maggiore. Sono più vicina al Romanticismo che all’Illuminismo, all’impeto… anche se parto spesso dal riflesso della coscienza di me e della situazione socio esistenziale in cui sono circondata e ne faccio parte, tento ma non riesco a capire tante cose, atteggiamenti, reazioni, ma non riesco proprio a comprendere le menti altrui.

Rimango basita innanzi allo stato attuale della crisi di valori. Non è semplice capire, forse è colpa di tutti, anche mia.

Guardo il mondo con una certa nostalgia, forse per un bello antico, un giusto superato, non più di moda, out insomma… la libertà ed il giusto inespugnabile non esistono, mai esistititi.

Ognuno fà la guardia al proprio orticello utilizzando anche mezzi non ortodossi. Calpestano, però quello degli altri con l’illusione che il suo vivrà più a lungo e verdeggiante. Ma si illude, perchè prima o poi lo dovrà mangiare o cannibalizzerà se stesso perchè così è la vita. Un ciclo, un cerchio, prima o poi si torna al punto di partenza e così all’infinito.

Attenti a voi che producono il male in generale e tanto più se senza motivo o per puro piacere. Prima o poi esso tornerà a te, per forza è inevitabile…

Vorrei scrivere qualcosa in più su di me ma basta così…è troppo presto per scrivere dei semplici spunti, sarebbero molto diversi l’uno dall’altro ed ancora ripiegati su se stessi.

Adriana Soares

Le cose belle!

Con emozione vorrei condividere con voi un momento importante. Il 23 saremo come Terziario Donna Confcommercio Roma al Campidoglio ed il 24 alla Camera dei Deputati a presentare questo meraviglioso evento, dove sono una delle madrine🙏 sono grata a Simona Petrozzi, amica e presidente Terziario Donna – Confcommercio Roma, all’amica e artista Daniela Troina ed alla curatrice dell’evento Rita Valenzuela ed a Terziario Donna, Confcommercio Roma per l’opportunità 🙏☀️🦋

Il Tempo delle donne chiama le artiste del mondo
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Per la non violenza
Quarta Edizione 2023
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Iscriviti email: iltempodelledonnegruppo@gmail.com
Iscriviti di persona stanza 109 mercoledì e giovedì Casa Internazionale delle Donne, via della Lungara 19, Trastevere, Roma
Per appuntamenti telefona o scrivi a +39 3476826636
Bando di SGUARDO DI DONNA 2023 | Il Tempo delle Donne sul sito internet: https://www.iltempodelledonne.org
Oltre ai premi previsti dal Regolamento, l’associazione attribuirà anche un premio extra di 1000 euro in bonus spese, cortesia delle Consigliere di Terziario Donna: Antonella Lombardi, esperta in Scienza della Felicità, Dott.ssa Anna Maria Malgioglio, Medico e Chirurgo estetico, Daniela Troina Magrì, ingegnere e artista, Adriana Soares,imprenditrice e artista, Simona Petrozzi Presidente di Terziario Donna Confcommercio Roma.

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Chi è Adriana Soares

Adriana Soares brasiliana di origine e romana di adozione. Ieri modella per i più grandi stilisti e, grazie a questo lavoro, ha visitato diverse nazioni. Oggi artista eclettica che si esprime nelle diverse arti della pittura, della fotografia creativa e di moda e della scrittura con 10 libri. È rappresentata da Art and Commerce/Vogue Italia di New York, prestigiosa agenzia fotografica. Ideatrice e conduttrice del salotto virtuale in diretta su Instagram: “Un tè senza tè con Te” sul suo profilo personale:@adriana_soares_art, dove intervengono ospiti illustri del mondo della cultura e del benessere. Ideatrice e curatrice della rubrica settimanale di stile e buone maniere, “Le Caramelle” sul magazine on Line: “Il Corriere dello Spettacolo”. Nominata da Donna Impresa, una delle Top Women 2019. Ed ora fonda e dirige la sua Accademia di Stile e Portamento, “Adriana Soares Academy”.

Adriana Soares ripropone in chiave contemporanea gli insegnamenti appresi presso la prestigiosa scuola di portamento brasiliana, SOCILA, ideata e diretta da Maria Augusta Thurmann Nielsen, considerata un icona ed un punto di riferimento nel Sud America…

“BON TON, BUSINESS ETIQUETTE & NETIQUETTE”

“UNA PICCOLA OASI DI CORTESIA E DI BUONE MANIERE PER RELAZIONI EFFICACI, COSTRUTTIVE E PER ESSERE A PASSO COI TEMPI”

rubrica di ADRIANA SOARES

su: Corriere dello Spettacolo.it

Adriana Soares brasiliana di origine e romana di adozione. Artista eclettica che si esprime nelle diverse arti della pittura, della fotografia creativa e di moda, della poesia e della scrittura. È sempre stata attenta ai particolari ed alla buona educazione come ingredienti essenziali per creare relazioni efficaci e costruttive. Recentemente i suoi racconti vengono pubblicati sulla rubrica settimanale “La piega del Tempo” dal titolo di un suo libro, su Affari Italiani.it. Nel 2019 pubblica il suo primo romanzo e nona pubblicazione editoriale, un thriller psicologico dal titolo, “Presenze invisibili a Quixada”. Ed ora in collaborazione col “Corriere dello Spettacolo”, la sua nuova rubrica di Bon Ton e Business Etichette.

 La buona educazione, oggigiorno, non deve essere considerata una semplice formalità ottusa, obsoleta, bigotta o ipocrita. Deve essere considerata, invece, un  “valore etico e spirituale” che arricchisce prima di tutto noi stessi e di conseguenza, chi si rapporta con noi. Non è un abito esteriore o vuoto, ma è sostanza, una libera scelta di buon senso. Saper approcciare e stare insieme, ci rende più sereni e più felici. Le relazioni efficaci e costruttive sono la chiave per il successo sul lavoro e nella vita privata.

Qualche caramella sulle regole del fair play nel mondo del lavoro

BUSINESS ETIQUETTE

Si trascorre gran parte della giornata sul posto di lavoro, ecco perché alla base di una buona convivenza in ufficio ci deve essere  il rispetto di alcune norme basilari, ispirate al galateo.  Il loro corretto utilizzo spiana la strada verso un clima di maggior collaborazione e senz’altro migliora le relazioni sul posto di lavoro. Inoltre, aumenta il proprio potenziale, migliora l’immagine lavorativa e rafforza le relazioni di lavoro.

Vi indicherò quali sono i comportamenti da tenere negli orari di lavoro e con le persone ad esso correlate.

LA PAROLA D’ORDINE è: RISPETTO.

Ricordatevi:

. di essere sempre puntuali rispettando gli orariè segno di rispetto nei confronti dell’azienda e dei colleghi;

. di salutare: il saluto è dovuto, sia ai colleghi più vicini che a quelli degli altri uffici, così come ai superiori, ai collaboratori di tutti i generi e ai clienti, quando si incontrano altre persone negli spazi comuni ed in ascensore;

Come si saluta?

-> ADDIO ALLA STRETTA DI MANO. IN EFFETTI, è MEGLIO COSì.

GLI ESPERTI CONSIGLIANO MISURE DI ISOLAMENTO SOCIALE PER RIDURRE IL RISCHIO DI CONTAGIO NEL MEZZO DELL’EPIDEMIA DA CORONAVIRUS. TRA QUESTE MISURE C’è APPUNTO LA RINUNCIA ALLA STRETTA DI MANO, OLTRE CHE FORME ANCORA PIù RAVVICINATE DI SALUTO, COME ABBRACCI, BACIARSI SULLE GUANCE (Maria Rita Montebelli – https://blogs.bmj.com/bmj/2020/03/10/shoud-we-wave-goodbye-to-the-handshake/

  • Buongiorno e buonasera o arrivederci sono saluti riservati ai rapporti formali.
  • Ciao è un saluto che si usa nei rapporti più confidenziali e con le persone alle quali si dà del “tu”.
  • Salve non si usa MAI!

. di presentare sempre tra loro le persone che non si conoscono, ricordate di introdurre la persona meno importante a quella più importante. Si presenta con l’eventuale titolo accademico o si adoperano i termini Signora o Signore, evitando “Signorina” (utilizzato solo per le ragazze molto giovani), il nome, il cognome e la mansione della persona.

. si sorride SEMPre;

. si mantiene il contatto visivo;

ci si presenta anche da soli se non vengono fatte le presentazioni di rito, col proprio nome e cognome TRALASCIANDO LA MANSIONE.

COSA DIRE O NON DIRE DURANTE LE PRESENTAZIONI

Sì:

. Buongiorno o Buonasera

. Nome e cognome

NO:

. MOLTO LIETO

. PIACERE

La terminologia “piacere” durante le presentazioni è da evitare perché solo al termine dell’incontro si saprà in effetti se questo sarà stato piacevole o meno, potrebbe essere l’incontro più sgradevole della vostra vita! Invece, questa terminologia la si può utilizzare al termine di un incontro nel seguente modo: “è stato un piacere conoscerla”.

Il tono ed il volume di voce vanno tenuti sotto controllo: non si sussurra né si urla!

“Non importa cosa dici ma come lo dici”.

Ricordatevi inoltre di:

. di ringraziare sempre: nella vita privata e sul lavoro, tutti desiderano essere apprezzati per aver svolto bene le proprie mansioni. Ricevere un ringraziamento e sentirsi apprezzati è motivante, fa star bene e soprattutto rafforza i legami aziendali e creano lo spirito di squadra e favorisce la collaborazione;

.  di bussare sempre e si aspetta l’invito ad entrare  prima di aprire la porta e accedere all’ufficio;

. di alzarsi sempre dalla propria sedia per salutare qualsiasi persona entri nel proprio ufficio, indipendentemente dal ruolo, tranne che per i colleghi con i quali si lavora solitamente e per i propri assistenti. Dopo aver salutato la persona la si invita ad accomodarsi;

. le pause devono essere brevi, giusto il tempo per staccarsi momentaneamente dal lavoro. Sono utili per mantenere alta la concentrazione. Se troppo lunghe, è indice di poca professionalità e poco rispetto verso i colleghi. Si verrebbe giudicati come poco efficienti e non in grado di portare a termine un compito, se le si prendono troppo spesso, interrompendo il proprio lavoro;

. di mantenere sempre in ordine la propria scrivania! Una scrivania disordinata fa pensare che lo sia anche chi la utilizza;

. di  aver cura degli spazi e dei materiali aziendali;

. di mantenere l’igiene personale! Essa fa parte del proprio biglietto da visita, deve essere curata in modo scrupoloso e dovrebbe, anzi, deve far parte delle abitudini giornaliere. Quindi:

  • lavarsi con acqua e sapone e trovare il giusto deodorante da usare tutti i giorni. Non fate il bagno con profumi o lozioni, risulterebbero ugualmente fastidiosi e stucchevoli!
  • I vestiti devono essere sempre puliti. Cambiarsi spesso e lavare gli abiti è una buona abitudine;
  • i capelli devono essere sempre puliti o in alternativa, raccolti;
  • da tenere in grande considerazione la cura e la pulizia delle mani e delle unghie: lo smalto delle unghie non deve essere MAI sbeccato, meglio una mano senza smalto ma curata.
  • LAVATE SPESSO LE MANI!

.   di vestirsi in modo adeguato (tratterò quest’argomento più avanti. Merita una particolare attenzione)

COSA NON FARE MAI SUL POSTO DI LAVORO

. usare i social network

. interminabili chiacchierate con i colleghi

. telefonate private

. urlare

. usare un linguaggio volgare

. pause troppo lunghe

. allontanarsi dal lavoro senza permesso

. pettegolezzo e arroganza

. piangere davanti a tutti

. prendere o dare troppa confidenza

. lamentarsi continuamente

. mangiare il cibo dei colleghi

. prendersi il materiale dei colleghi

. riposini in ufficio

. masticare chewing gum

Prossimo appuntamento: l’importanza della prima impressione!

“NON ESISTE UNA SECONDA OCCASIONE PER FARE UNA BUONA PRIMA IMPRESSIONE”

Adriana Soares

“BON TON, Business Etiquette & Netiquette”

“UNA PICCOLA OASI DI CORTESIA E DI BUONE MANIERE PER RELAZIONI EFFICACI, COSTRUTTIVE E PER ESSERE A PASSO COI TEMPI”

rubrica di ADRIANA SOARES

su: Corriere dello Spettacolo.it

Adriana Soares è brasiliana di origine e romana di adozione. Artista eclettica che si esprime nelle diverse arti della fotografia, della pittura, della poesia e della scrittura, è sempre stata attenta ai particolari e alla buona educazione come ingredienti essenziali per creare relazioni efficaci e costruttive. Dal 2017 pubblica le sue prime raccolte di poesie, storie, leggende brasiliane e racconti per bambini. Dal 2019, l’autrice inizia una nuova stagione narrativa con la pubblicazione di racconti per i più grandi. Recentemente i suoi racconti vengono pubblicati sulla rubrica settimanale “La piega del Tempo”, dal titolo di un suo libro, su Affari Italiani. Sempre nel 2019 pubblica il suo primo romanzo, un thriller psicologico dal titolo “Presenze invisibili a Quixada”. Ed ora, in collaborazione col “Corriere dello Spettacolo”, sarà pubblicata ogni due settimane la sua nuova rubrica di Bon Ton e Business Etichette.

La buona educazione, oggigiorno, non deve essere considerata una semplice formalità ottusa, obsoleta, bigotta o ipocrita.

Deve essere considerata, invece, un “valore etico e spirituale” che arricchisce prima di tutto noi stessi e di conseguenza chi si rapporta con noi. Non un abito esteriore o vuoto, ma è sostanza, una libera scelta di buon senso. Saper approcciare e stare insieme ci rende più sereni e più felici. Le relazioni efficaci e costruttive sono la chiave per il successo nel lavoro e nella vita privata.

Sono fermamente convinta che se le buone maniere fossero insegnate come un valore sin da piccoli, e non soltanto come un fattore meramente educativo e formale, saremmo tutti in grado di rapportarci meglio col prossimo e la società nella quale viviamo. È importante sensibilizzare al rispetto dell’ambiente e del mondo animale, a non essere prevaricatori, ma ad essere accoglienti ed inclusivi verso chi è portatore di handicap o ha un diverso colore della pelle e un’altra cultura. Ormai viviamo in un mondo edonista, egocentrista, dove siamo quotidianamente sopraffatti da soprusi di ogni tipo nell’indifferenza altrui. Il colmo è che alcuni, addirittura, li giustificano.

Bisognerebbe insegnare il rispetto, partendo dalle semplici basi. Si dovrebbe educare alla tenerezza, al valore della la vita, dell’amicizia, della fratellanza. Non solo all’avere, allo strappare ma anche al saper donare, alla condivisione, perché la vita è fatta di scambi e di doni. Questo per me deve essere il galateo: “una ma

Col tempo le vecchie regole del galateo sono state cambiate ed in un certo senso snellite, rese logiche, facilmente comprensibili ed accettabili. Ciononostante, mi rendo conto che viviamo in un mondo in cui ciò che è logico e giusto non vale per tutti. Molti sono incentrati su se stessi e non badano all’altro.

L’ego viene prima dell’altro. Ci sarà sempre quella pecora nera che vorrà andare controcorrente per sentirsi alternativa o, per così dire, libera di essere se stessa, anche calpestando lo spazio e la libertà altrui, mancandogli di rispetto e di considerazione. Ma in una vita normale, sociale, fare solo ciò che fa comodo, nel momento in cui è comodo, è un’offesa continua verso tutti: a chi mi guarda, a chi si rapporta con me, intrattenendo rapporti di lavoro, di cordialità e di affetto. La chiave è la reciprocità, il rispetto. Pensateci, dietro ogni mancanza di forma, ci sarà una mancanza di sostanza. Se ci pensate, sapere stare al mondo conoscendo le regole delle buone maniere, ci rende più sicuri di noi stessi ed in un certo senso anche liberi.

Inoltre, si trascorre gran parte della giornata sul posto di lavoro, ecco perché alla base di una buona convivenza in ufficio ci deve essere il rispetto di alcune norme basilari, ispirate al galateo. Vi indicherò quali sono i comportamenti da tenere negli orari di lavoro e con le persone ad esso correlate.

“Perché l’assenza di regole, la malattia tipica del nostro tempo, regala una falsa libertà – ormai lo sanno tutti; mentre sapersi comportare e stare bene con gli altri è la strada maestra per vivere più sereni ed essere più felici.” Barbara Ronchi della Rocca

Adriana Soares

Un sorriso accogliente, dire buongiorno, per piacere, permesso, grazie e scusa”.

Saper stare con tutti, con grandi e piccoli. Non il semplice “Io” ma il “Noi”.

Grazie al Corriere dello Spettacolo per lo spazio concessomi ed a Stefano Duranti Poccetti🍀🙏🌈
Buona lettura!

a mercoledì, 29 settembre!

Qualche parola prima di cominciare – “La Piega del Tempo” di Adriana Soares

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Sono nata dormiente.

Dormivo per davvero. Oggi, potrei dire che stavo immagazzinando le energie di cui avrei avuto bisogno per tutta la vita. Sarei vissuta in moto perpetuo una volta nata, come gli squali. Non avrei mai avuto il tempo o la possibilità di starmi a guardare l’ombelico. Sono sempre stata incline alla lotta, ma a volte cercavo momenti di contemplazione, in cui prendevo appunti mentali per raccontarli in seguito. Ossia, accumulavo ammassi di ricordi, di parole, di persone, di colori e di sensazioni, per farli riemergere in seguito un po’ alla volta: nella pittura, nei miei racconti a volte nella poesia. Anche se nella mia famiglia non esiste fare confidenze, per quello ci sono le zie. Ma io vado controcorrente ed, oggi, butto fuori tutto ed i miei panni li sciacquo nel mondo. Quindi, quando vengo travolta da un turbinio di ricordi, io li ributto all’esterno. Qualcuno mi ha detto che nei miei quadri c’è un senso di nostalgia e di solitudine in un paesaggio crepuscolare e poco affollato e questo pensiero mi ha portato a riflettere sul fatto che, in effetti, questo mio raccontare non era altro che un esercizio costante della nostalgia. La nostalgia per una vita passata.

Sono stata straniera, forestiera per tutta la vita, condizione che devo accettare perché così è e chiunque si avvicini a me, me lo fa notare, ed il più delle volte, come se fosse una cosa negativa, come fossi una cittadina italiana di seria B. In effetti, ho detto addio a terre diverse più e più volte, tanto da sentire le mie radici inaridirsi e, obbligatoriamente, questo mi ha portata a “generare” delle radici nuove di zecca. Ma ancora non ho trovato un terreno abbastanza fertile in cui fissarle, così quel terreno è diventato la mia memoria, un luogo virtuale, intricato, un labirinto senza ne capo ne coda, una valigia che mi porto sempre dietro. Isabel Allende disse che fin da bambina si era sentita estranea in famiglia e in mezzo alla sua gente. Spiegò che questa sensazione è comune a quasi tutti gli scrittori, compresi quelli che non hanno mai lasciato la loro città natale e che è una condizione legata alla loro professione, perché senza il disagio di sentirsi diverso, non nascerebbe la necessità di scrivere o di dipingere, nel mio caso. L’arte in generale, sarebbe un tentativo di comprendere se stessi e mettere ordine nella confusione della propria esistenza. Quest’angoscioso senso di inquietudine che mi tormenta non appartiene alla gente normale, ma solo a noi che ci sentiamo incompleti cronici. Non mi sono mai sentita adeguata in alcun ruolo, mi sono sempre sentita manchevole ed inappropriata. è per questa ragione che cerco una certa tessera da inserire nel mio puzzle incompleto, che probabilmente non esiste. Mi rendo conto, tuttavia, che è un problema mio, ma con grande coraggio e ostinata determinazione cercherò di risolvere la mia questione irrisolta. Come al solito ho divagato e tornando ai miei prossimi dieci racconti, ho voluto passare in rassegna aspetti della vita e dell’animo umano che spesso ignoriamo, per abitudine o perché ci nauseano.  Pochi momenti di gioia innocente, perché in fin dei conti è una fase della vita, anche se per alcuni sognatori compulsivi come me quella freschezza d’animo la tengo sempre a portata di mano, non sia mai che la cupezza dell’abitudine provi ad avvicinarcisi un po’ troppo. Si nasce, si cresce facendo scelte e poi fine. Si aspetta che il tutto si deteriori per vedere la verità dall’esterno. Ecco, lì sta colui che fu: un punto nell’infinito. Nessuno sarà in grado di conoscere il suo presente, ne lui stesso lo saprà. Dunque cosa fare? Vivere e scegliere. Il libero arbitrio ci rende più forti? Ho trattato temi scomodi ed a volte lugubri, ma allo stesso tempo ho cercato momenti di gioia adolescenziale, con qualche ricordo infantile, di momenti felici. Ma se mi fermo a guardarmi intorno cercando di immergermi in quest’infinito di vite, non potrei ignorare la vita. Cerco di riflettere sulle problematiche legate alla psicologia ed al corpo. Lo faccio mettendomi nei panni di un’adolescente problematica, sul problema della sessualità senile, sulla crisi esistenziale di una moglie infelice o sul valore della propria vita. Cerco l’Epifania per ogni dove, quella rivelazione che ti porta la pace, anche se per un attimo. In fondo, esser in pace, è in verità la vera felicità. Si cerca la pace per esser felici. Si cerca la profondità delle cose che contano. In fondo sono poche e semplici: salute, amore e pace. Tramite la quotidianità di personaggi che trascendono verso un miracolo, un dono: il dono della rivelazione, quella sensazione di completezza, di beatitudine e di apertura. Tante vite che si perdono e che si ritrovano in un labirinto di cose e di pensieri sprecati, di sentimenti e tutto è come l’acqua di un momento. In un attimo l’acqua che bagna il nostro viso diverrà per un momento luminosità sotto il sole e poi svanirà, lasciando solo un soffio di vita, un ricordo. Mi sforzo di dire che la vita non è un lusso, o una vanità, ma l’unico modo per esistere. E’ per questo motivo che non perdono l’ignavia, il vero male, così come coloro che vivono guardando dall’altra parte, accettando per questo ogni malvagità. Ciò malgrado, la ricerca disperata del vivere produce l’unico effetto di riuscire a sopravvivere. Alla fine utilizzo le parole, un po’ come degli ambasciatori che ci rappresentano in terre lontane, quali testimoni del campo di battaglia. Dietro di loro e dentro il loro groviglio, sopravvivrà ardendo una vita selvaggia ed indomita, dove i tremori ed i brividi saranno le uniche mete ricercate e segnate sulla pelle. Le poesie che introducono i racconti sono state tratte dalla mia ultima raccolta di poesie intitolata:

“La mia vita in pensieri sparsi e poco ordinati” 2018

autopublishing – by Amazon

L’indomito oceano

Vengo dall’oceano,

non posso fermarmi,

non posso essere domata.

Quando ciò accadrà,

diventerò una grossa,

immensa onda che si alzerà dalle profondità.

Sarà così alta,

che finirà per travolgere ogni cosa al suo passaggio.

Si riverserà contro le rive e

con un ruggito assordante,

divorerà ogni cosa.

Si cerca l’ignoto.

Un mondo immenso,

infinito.

Dove trovare pace,

man mano che avanzerò,

mi avvicinerò sempre più a quel luogo

dove si acqueteranno le mie acque rivoltose.

Si piegheranno,

annegheranno se stesse,

andando fuori dal tempo.

Trovando l’ignoto.

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CARAMELLE DI BUONE MANIERE di Adriana Soares

NON PIÙ PILLOLE MA CARAMELLE

NONO APPUNTAMENTO

COME APPARECCHIARE LA TAVOLA 

RICOMINCIAMO DALLE COSE CHE CONTANO

rubrica su AoB Magazine

COME APPARECCHIARE LA TAVOLA

SONO APPENA PASSATE LE FESTE E SUI SOCIAL SI ERA SCATENATO UN INFERNO DI FOTO POSTATE DI TAVOLE APPARECCHIATE. SI ERA PIÙ PREOCCUPATI DELLA FOTO CHE DI FARE ATTENZIONE A COSA SI STAVA MOSTRANDO. TAVOLE APPARECCHIATE CON LE POSATE CAPOVOLTE, BICCHIERI APPOGGIATI A CASACCIO E IL TOVAGLIOLO ABBANDONATO A SE STESSO: TROPPO DI TUTTO. COSÌ HO DECISO DI RIPRENDERE LE MIE CARAMELLE DI BUONE MANIERE DALLE BASI, CHE PIÙ BASI NON SI PUÒ: COME APPARECCHIARE LA TAVOLA.

UNA TAVOLA BEN APPARECCHIATA È INDICE DI BUONA EDUCAZIONE E DIMOSTRA UNA CURA DEI PADRONI DI CASA VERSO GLI OSPITI.

LA TAVOLA DEVE ESSERE APPARECCHIATA PRIMA DELL’ARRIVO DEGLI OSPITI. OGNI PERSONA DOVREBBE AVERE UNO SPAZIO VITALE DI CIRCA 55 CENTIMETRI PER MANGIARE E MUOVERSI IN TRANQUILLITÀ SENZA RISCHIARE DI SGOMITARE IL SUO VICINO. LA CADUTA DELLA TOVAGLIA (CIOÈ LA DISTANZA DAL PIANO DEL TAVOLO) SARÀ MASSIMO DI 30 CENTIMETRI PER EVITARE CHE SI IMPIGLI TRA LE GINOCCHIA DEI COMMENSALI. LA CADUTA DELLA TOVAGLIA FINO A TERRA È DA UTILIZZARE NEI PRANZI IN PIEDI.

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COME ALLESTIRLA:

NON USATE  DELLE TOVAGLIE DALLE TINTE TROPPO SGARGIANTI E CHE NON SI ABBININO AL SERVIZIO DI PIATTI. LA PERFEZIONE È UNA TOVAGLIA DI LINO. PRIMA DI METTERLA COPRITE IL VOSTRO TAVOLO CON UN COPRI TAVOLO PER PROTEGGERLO DAL CALORE E PER ATTUTIRE IL RUMORE DEI PIATTI E BICCHIERI. SOPRA DI ESSO VIENE POSTA LA TOVAGLIA.

PER CHI VOLESSE UTILIZZARE LE TOVAGLIETTE ALL’AMERICANA, SI RICORDI CHE NON VA MAI USATA IN SITUAZIONI FORMALI O PER LE CENE. RICORDATE CHE IL VOSTRO TAVOLO POTREBBE ROVINARSI E DOVREBBE, INOLTRE, ESSERE UN BEL TAVOLO DA MOSTRARE.

PER ABBELLIRE LA TAVOLA UN CENTROTAVOLA SARÀ PERFETTO: UNA COMPOSIZIONE DI FIORI O DI FRUTTA. RICORDATE CHE LA COMPOSIZIONE DOVRÀ ESSERE NON TROPPO VOLUMINOSA O ALTA DA IMPEDIRE AI VOSTRI COMMENSALI DI CONVERSARE O DI MUOVERSI. SE OPTERETE PER I CANDELIERI, QUESTI VANNO ACCESI DOPO IL TRAMONTO E DEVONO ESSERE ALTI O BASSI IN MODO CHE LA FIAMMA NON SIA ALLO STESSO LIVELLO DEGLI OCCHI. L’ACCOPPIATA FIORI E CANDELIERE VA ACCETTATA SOLO NEI PRANZI DI NOZZE.

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LE POSATE:

NON SI METTONO PIÙ DI TRE COLTELLI E TRE FORCHETTE AI LATI DEL PIATTO; SE OCCORRE UNA QUARTA COPPIA DI POSATE LA PORTERETE IN TAVOLA AL MOMENTO DELL’USO, APPOGGIATA MAI IN CROCE SU DI UN PIATTO PULITO. A SINISTRA SI DISPONE LA FORCHETTA POICHÉ SI USA CON LA MANO SINISTRA, CON I REBBI RIVOLTI VERSO L’ALTO. I COLTELLI SI DISPONGONO A DESTRA, POICHÉ SI UTILIZZANO CON LA MANO DESTRA, CON LA LAMA RIVOLTA VERSO IL PIATTO. IN SUCCESSIONE SI PONE IL CUCCHIAIO, QUINDI DOPO IL COLTELLO A DESTRA, SOLO SE IL MENÙ PREVEDE MINESTRE. SI METTE SEMPRE ALMENO LA DOPPIA POSATA, MA DIPENDE DAL MENÙ, DA QUANTE PORTATE SERVIRETE. RICORDATE CHE ALL’ESTERNO CI DEVE ESSERE QUELLA CHE SI USA PER PRIMA. NEL CASO QUINDI DEL COLTELLO DEL PESCE, RICORDATEVI CHE SI SERVE SEMPRE PRIMA DELLE POSSIBILI PORTATE DI CARNE.

RICAPITOLANDO:ALLA SINISTRA DEL PIATTO LE FORCHETTE, NELL’ORDINE QUELLA NORMALE E A SEGUIRE QUELLA DA PESCE. ALLA DESTRA I COLTELLI NORMALI, DA PESCE E IL CUCCHIAIO ALL’ESTERNO.   LE POSATE DA DESSERT SI DISPONGONO ORIZZONTALMENTE DAVANTI AL PIATTO, LA FORCHETTA COL MANICO VOLTO VERSO SINISTRA E IL CUCCHIAIO VERSO DESTRA. TRA I DUE PUÒ ESSERE INSERITO IL COLTELLO DA FRUTTA NELLO STESSO SENSO DEL CUCCHIAIO.

I BICCHIERI:

I BICCHIERI VANNO MESSI LEGGERMENTE A DESTRA DEL PIATTO, DAVANTI AL COLTELLO. DEVONO ESSERE ALMENO DUE, UNO PER L’ACQUA (IL PIÙ GRANDE) E ALLA SUA DESTRA, UNO O PIÙ DI UNO PER IL VINO (PIÙ PICCOLO). SE SI SERVONO PIÙ VINI, IL NUMERO DI BICCHIERI AUMENTA, MA VANNO SEMPRE POSTI A DESTRA DI QUELLO PER L’ACQUA E NON POSSONO ESSERE  PIÙ DI QUATTRO, INCLUSI ACQUA E LO CHAMPAGNE. QUANDO, INVECE, SI PASTEGGIA A CHAMPAGNE VERRANNO APPOGGIATI SOLO DUE BICCHIERI: UNO PER L’ACQUA E L’ALTRO DA CHAMPAGNE. I GRANDI BICCHIERI “BALLOON” PER IL VINO SPECIALE VANNO MESSI A TAVOLA NON SUBITO, MA ACCOMPAGNERANNO IL VINO SPECIALE, DI SOLITO ROSSO.

I PIATTI:

VANNO POSATI SU SOTTOPIATTI O DIRETTAMENTE SULLA TOVAGLIA. DEVONO ESSERE DISPOSTI AD UGUALE DISTANZA L’UNO DALL’ALTRO. SE SONO DECORATI, DOVETE DISPORLI RIVOLTI VERSO IL BORDO DEL TAVOLO, IN MODO CHE L’OSPITE SEDUTO POSSA VEDERLI NELLA LORO POSIZIONE CORRETTA. SE NON SIETE AIUTATE DA UN CAMERIERE, POTETE APPARECCHIARE FINO A TRE PIATTI: PER L’ANTIPASTO, IL PRIMO E IL SECONDO. SE AVETE BISOGNO DI ALTRI PIATTI ABBIATE CURA DI TENERLI A PORTATA DI MANO SU UN TAVOLO O UN CARRELLO.

MI SEMBRA CHIARO CHE IL NUMERO DI PIATTI E DI POSATE NECESSARIE VARINO A SECONDA DELLE PORTATE DEL MENÙ. RICORDATE CHE LA LORO POSIZIONE È FISSA.

 

ANNIE-SPRATT

ACCESSORI E COMPLEMENTI:

IL TOVAGLIOLO SI POSA A SINISTRA DEL PIATTO O SUL PIATTO, ANCHE SE NON AMO L’ULTIMA OPZIONE. ORMAI DI USO COMUNE. PIEGATELO IN MODO SEMPLICE: A TRIANGOLO O A RETTANGOLO. IL SEGNAPOSTO: SARÀ UN TOCCO DI ELEGANZA IN PIÙ. INSERITO DAVANTI AD OGNI COPERTO E A VOLTE SI METTE UN CARTELLINO CON IL NOME DEL COMMENSALE, L’USO DEL SEGNAPOSTO È CONSIGLIABILE SOPRATTUTTO QUANDO GLI INVITATI SONO NUMEROSI POICHÉ SOTTRAE AGLI OSPITI QUELL’IMBARAZZO DI TROVARE IL PROPRIO POSTO.

IL PANE: VIENE PORTATO A TAVOLA IN APPOSITI CESTINI PORTA PANE. IN PRANZI MOLTO FORMALI SI APPARECCHIANO DEI PIATTINI PER IL PANE ALLA SINISTRA DEL PIATTO DAVANTI ALLE FORCHETTE. A SINISTRA DI OGNI PIATTO, SUL PROLUNGAMENTO DELLA FORCHETTA, VA COLLOCATA LA PORZIONE INDIVIDUALE DI PANE E GRISSINI. SAREBBE MEGLIO APPOGGIARLE SULL’APPOSITO PIATTINO.

NON FATTE MANCARE SULLA TAVOLA UNA SALIERA, UNA BROCCA D’ACQUA E UNA BOTTIGLIA DI VINO OGNI QUATTRO PERSONE. E NEI PRANZI FORMALI POSIZIONATE ALLA SINISTRA DI OGNI PIATTO O TRA DUE PIATTI UNA PICCOLA SALIERA E UN PORTA PEPE. ALTRI OGGETTI COME LA FORMAGGIERA, LE MEZZELUNE DA INSALATA, DA POSIZIONARE ALLA SINISTRA DI OGNI PIATTO, LA SALIERA O LE COPPETTE LAVADITA, VENGONO PORTATI A TAVOLA SOLO SE NECESSARI.

N.B: SE HAI UN OSPITE MANCINO, PER GENTILEZZA GLI POTRESTI APPARECCHIARE ALL’INVERSO PER SUA COMODITÀ.

SARÀ INOLTRE  ACCORTEZZA DELLA PADRONA DI CASA INFORMARSI SULLE ALLERGIE O INTOLLERANZE DEGLI OSPITI E DI CONSEGUENZA PENSARE A UN MENÙ ALTERNATIVO.

DAVID-CLODE

Caramelle di Bon Ton Nono appuntamento Come apparecchiare la tavola – Non più pillole ma caramelle di Bon Ton di di Adriana Soares

Racconti

niketh-vellanki-741857-unsplashDalla rubrica: “La piega del Tempo” su affaritaliani.it

“La piega del tempo”  rappresenta l’ottava fatica letteraria della sorprendente autrice Adriana Soares, fotografa, pittrice, poetessa e scrittrice di racconti per piccoli e per grandi e romanziera. È una raccolta di dieci racconti intervallati da alcune delle sue poesie in cui si specchiano le nostre miserie, costituendo per questo un chiaro monito a tutti noi. In vendita su Amazon.it

“Il mare, mio padre e me”, la Soares esercita la nostalgia sul filo della memoria della sua infanzia nella sua terra di origine, in cui l’essenza vera delle cose che contano sono quelle semplici, legate al ricordo di una giornata trascorsa al mare col proprio padre, alla felicità procurata dall’agognato possesso di un libro che una compagna crudele le aveva prima promesso e poi negato.

Il mare, mio padre e me

Mio padre era convinto che ogni tanto bisognasse fare una cura con i bagni di mare. Ricordo quel periodo come uno dei più felici della mia infanzia. Credeva che i bagni dovessero esser fatti all’alba e così univa l’utile al dilettevole portando la sua rete da pesca. Volendo soprattutto pescare, coinvolgeva il suo amico e vicino di casa Rodolfo. Andavamo sempre alla stessa spiaggia a Niteroi, un comune dello stato di Rio de Janeiro. Era una delle spiagge più selvagge che avessi mai visto.

Siccome era di difficile accesso, era quasi deserta e per questo che sembrava davvero un paradiso terrestre. Si chiamava spiaggia do Sossego, ossia della tranquillità, della pace. La chiamavano la piccola Hawaii. Quindi, per arrivare all’alba bisognava alzarsi di notte. Non è semplice spiegare la sensazione che provavo nello svegliarmi di notte, prendere l’autobus vuoto che ci avrebbe portato a Niteroi attraversando l’oscurità. La sera prima andavo a letto presto, ma il cuore rimaneva sveglio nell’aspettativa del giorno dopo. Agitatissima, mi alzavo alle quattro del mattino e svegliavo il resto della famiglia. Ci vestivamo velocemente e uscivamo a digiuno. Mio padre credeva che si potevano trarre massimi benefici dal bagno a mare se fatti a digiuno. Uscivamo in strada, mentre era ancora buio, accarezzati dalla brezza fresca e frizzante della notte e aspettavamo l’autobus. Mi sembrava già di ascoltare il rumore del mare man mano che ci avvicinavamo, sembrava pura magia. Sono nata nell’oceano e quella felicità che provavo ne era la prova. Mi sedevo sulla punta del sedile, pronta a scattare: la mia felicità sarebbe giunta di lì a poco. Attraversare di notte quella città addormentata mi faceva provare un senso di pace e di unicità mai provata prima e che non potrò mai più ritrovare in vita mia.

Fuori dall’autobus già iniziava ad albeggiare la luce tremola e incerta del Sole, che ancora era nascosto e che da lì a poco avrebbe illuminato e rivelato ogni cosa nel mondo, come un bagno di luce prima del bagno nell’oceano. Guardavo fuori dal finestrino e vedevo le poche persone a spasso immaginandomi che sarebbero andate tutte al mare come noi, ma invece, avevano un altro itinerario, non bello come il nostro e questo mi dispiaceva. Dovevano essere tutti felici come me, di una felicità semplice e leggera, come un bacio inaspettato o un sorriso all’improvviso. Passavamo attraverso strade con cani e gatti a zonzo. Pascoli con magnifici cavalli ieratici che aspettavano l’alba come noi.

Ogni tanto ripenso all’infanzia e, quando lo faccio, mi tornano in mente alcuni momenti felici, come questo. Se ci penso, il comune denominatore di questo stato di grazia, era mio padre, lui c’era in ogni singolo momento felice. Lui c’era sempre con i suoi principi, la sua onestà, la sua lealtà e soprattutto con i suoi larghi sorrisi rassicuranti. Oggi guardo mio figlio Riccardo e vedo mio padre come sarebbe stato all’età di quindici anni. Un animo puro da preservare e curare come una pietra preziosa. Questi viaggi mi sono serviti come una promessa di felicità futura. Guardavo l’orizzonte con ottimismo ed ero certa che la mia vita sarebbe sempre stata come quel viaggio verso quella spiaggia, la Praia do Sossego, la spiaggia della tranquillità. Da lì a poco avrei scoperto la mia attitudine alla ricerca della felicità. A questo ricordo, seguirà un’infanzia infelice, per via della malattia di mio padre. Perciò quei momenti felici erano per me un’isola incantata, dove rifugiarmi, nonostante ciò che sarebbe avvenuto dopo. Dentro l’autobus iniziava ad albeggiare. Il mio cuore batteva all’impazzata in prossimità del distretto di Camboinhas verso Piratingas. Finalmente, scendevamo e seguivamo le indicazioni dei cartelli. Dopo aver seguito il lungo sentiero, ecco svelarsi finalmente davanti ai nostri occhi il paradiso.

A piedi nudi, dopo aver lanciato per aria le mie hawaianas, correvo e saltellavo sprofondando i piedi, trattenuti dai milioni di granelli della sabbia dorata e fina, ancora fresca, quasi bagnata dalla rugiada notturna. Mi spogliavo e, come in un parto, nascevo al contatto con l’aria fresca, mi sfilavo il vestitino dalla testa lanciandolo sul telo buttato per terra. Bisognava fare attenzione perché era una spiaggia libera, selvaggia, e quando il mare era agitato le correnti erano molto forti, altre volte il mare era tranquillo ed era un po’ come stare in piscina.

Mio padre, per due orette, spariva con Rodolfo con la sua rete da pesca rosa antico. Quell’odore di mare era così forte che mi ubriacava. Quei bagni a digiuno erano purificanti, erano così puri che pensavo tra me e me, che avrebbero potuto purificare ogni cosa, anche le anime dubbie. Ancora oggi mi emoziono e non è semplice imprimere su carta quelle sensazioni così forti e, direi, primordiali. Io facevo ciò che avrei sempre fatto in futuro: immergevo in acqua le mani a conca, riempiendole con l’acqua di mare, e le portavo fino alla bocca e al naso, l’annusavo e la bevevo. Volevo unirmi a lui, volevo essere mare. Non si poteva restare a lungo, il Sole sarebbe presto stato alto nel cielo, e mio padre doveva andare al lavoro presto. Mi infilavo il mio vestitino, i miei infradito. Così, pregni di acqua e di sale, ci incamminavamo sulla via di casa.

I miei capelli cristallizzati di sale colavano rigidi intorno alla faccia. Ero più simile a una medusa con dei serpenti spessi in testa che a una ragazzina di cinque anni. Aspettavamo l’autobus alla fermata, mentre mi facevo accarezzare dal vento pieno di umidità e di iodio. Ogni tanto non pescavano nulla, ed io ero felice per questo! Qualche pesce vivo in più nell’oceano e qualche pesce in meno da pulire!

Sull’autobus, la brezza asciugava i miei capelli induriti dal sale. Ogni tanto leccavo la mia mano per rivivere il mare. Solo una volta a casa, si faceva colazione. Aspettavo con entusiasmo quelle mattine speciali. Non facevamo subito la doccia, mio padre credeva che per avere maggior beneficio del bagno a mare, si doveva restare con la pelle salata il più a lungo possibile, ed io ero felice perché per alcune ore mi illudevo di stare al mare o di esser mare. A chi potrei chiedere di essere ancora felice, per poter rivivere ancora una volta quelle sensazioni? A nessuno. Sarà ancora possibile provare la freschezza dell’innocenza incorniciata dal rosso del Sole che albeggia?

Mai più. Mai più. Mai.

“Caramelle di Buone Maniere”

NOI E LO SMARTPHONE

Benvenuti in

“Caramelle di Buone Maniere”,

un’ospitale oasi di gentilezza e buone maniere.

Al giorno d’oggi, la maleducazione e il malcostume sono diventati azioni usuali, quasi giustificate. L’essere incivili e poco educati sembra aver determinato un vero e proprio fascino, soprattutto, tra i più giovani, con i loro turpiloqui e delle cattive maniere una sorta di status symbol. In questo quadro degradante e sconfortante, la riscoperta delle buone maniere diventa una vera necessità, oltre che virtù, da rispolverare ed innalzare: un modo per distinguersi e circondarsi da un’allure di eleganza e raffinatezza, condizione molto più rara e preziosa di tanti tesori. Cercherò di accompagnarvi in questo percorso di riscoperta del galateo, raccogliendo qui per voi il meglio del contenuto dei libri e siti web sull’argomento e delle mie conoscenze personali. Da esteta e amante della perfezione e dell’eleganza. Instradata sin da piccola all’arte delle buone maniere, oggi ne sono cultrice e grande estimatrice.

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E’ un fenomeno relativamente recente quello della diffusione degli smartphone,dei tablet ed, in generale, degli strumenti tecnologici della comunicazione. La popolazione mondiale ne è dotata a tutte le latitudini geografiche, anche laddove le condizioni di vita sono prossime alla sussistenza.

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Lo smartphone da status symbol diventa una estensione di noi stessi, la nostra personalità sarebbe incompleta senza poter comunicare con gli altri, senza poter condividere la nostra vita, per poter essere davvero noi stessi.

Assistiamo dunque ad una rivoluzione della comunicazione, dai nostri figli incollati agli schermi dei loro telefonini in qualsiasi momento della giornata per chattare,twittare,taggare foto su facebook e instagram, ai politici che illustrano i loro provvedimenti, rispondono alle critiche dell’opposizione e dei giornali sui social.

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E’ indiscutibile che ci troviamo in presenza di un profondo cambiamento della società e delle nostre abitudini. Abitudini le quali stravolgono le regole del rispetto altrui e della buona e corretta educazione:non esiste più orario per postare messaggi whatsapp e messenger. Siamo nostro malgrado cooptati nei gruppi di whatsapp, si per utilità, ma anche per l’altrui decisione di metterci a parte di qualsiasi tematica, questione o altro, gli altri ritengano ci debba interessare, ma senza che ci sia chiesto il nostro parere. Questo implica che il suono delle notifiche ci bombardi a tutte le ore del giorno e della notte, quasi sempre per messaggi futili e non pertinenti con l’argomento del gruppo.

Non ci si pone il problema che i telefonini possano essere accesi di notte per ragioni professionali, come può esserlo quello di un medico che deve essere reperibile, o per motivi personali di chi ha dei familiari ammalati o anziani. Il telefonino entra così prepotentemente nella nostra vita senza curarsi della nostra privacy e degli orari, invadendo così il nostro tempo, non più scandito dalle ore che passano, ma dalle notifiche degli innumerevoli messaggi che ci vengono recapitati.

Ma tutto questo è colpa degli utilizzatori di questi mezzi tecnologici. Le barriere degli orari vengono abbattute, il porsi scrupoli come si faceva un tempo, che forse l’ora è troppo tarda e che il o i destinatari dei messaggi possano volere un giusto e meritato stacco, non sfiora nemmeno chi ci tempesta di post. Chiunque sia operativo ritiene scontato che lo debbano essere anche gli altri, senza curarsi dell’eventuale disturbo che può procurare.

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Ma questa sovrabbondanza di comunicazione, per lo più inutile e irrispettosa dell’altrui privacy, genera un’altra distorsione: anche quando le comunicazioni giungono per ragioni professionali, il destinatario della comunicazione non risponde, difficilmente lo fà, se non ripetutamente sollecitato. In effetti, si scrive troppo e quando si comunica per motivi più seri la risposta diventa un opzione. Ciò non è prima di tutto educato per chi invia una comunicazione di lavoro e ha svolto un certo lavoro, e, forse, ha anche riposto delle speranze nel messaggio che ha inviato. Sarebbe, quindi, prima di tutto, educato, ma anche per chiarezza e conferma di corretta ricezione, rispondere.Cerchiamo allora di essere meno invasivi dell’altrui vita ma,soprattutto, impariamo a selezionare le nostre comunicazioni distinguendo ciò che è serio dal faceto.

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Più responsabilità, più consapevolezza di quel che la tecnologia ci mette a disposizione, ma senza cadere nell’abuso e senza perdere di vista che siamo noi a governare le nostre vite nel rispetto degli altri.

L’educazione, che resta la base della convivenza civile, impone che rimaniamo noi padroni della tecnologia e che non sia essa a comandare noi.

1° “Pillole di Bon Ton” di Adriana Soares

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Quando si parla di Bon Ton o di Galateo, ci viene subito in mente, un insieme di regole retrograde e noiose.

Per questo motivo, vorrei invece, spolverarle curando di conseguenza la bellezza del rapporto interpersonale, di conseguenza l’ arricchimento interiore che ne produrrebbe.

Perché il Bon Ton è questo, non è un insieme di regole rigide e vuote, bensì un’indicazione a vivere bene in società, e nel mutuo aiuto e rispetto delle personalità dei singoli.

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Il Bon Ton, se ci pensate è logico. E’ uno scambio continuo di pensieri, di azioni, un dialogo anche silenzioso.

Perché a volte è più elegante tacere che parlare in modo fastidioso e continuo.

Quando parlo di Bon Ton alle ragazze del mio Stage di Portamento, mi guardano con gli occhi spalancati, come se dovessero affrontare un argomento ostico.

Non vorrei dilungarmi troppo, per ora vi vorrei indicare dei punti fermi da seguire, possibilmente (le…

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